Una storia ancora tutta da provare, per la quale il giudice ha riconosciuto cinque parti lese tra cui il Comune di Ardea, che questa volta non potrà esimersi, come troppe volte è accaduto in passato, dal costituirsi parte civile.
Le richieste di rinvio a giudizio potrebbero far decidere al Primo Cittadino Carlo Eufemi per un nuovo rimpasto in giunta, a causa di una eventuale incompatibilità, se non proprio giuridica, almeno morale da parte di chi ancora ricopre incarichi istituzionali conferiti dallo stesso Eufemi, sindaco che della legalità ha fatto il suo cavallo di battaglia.
Di recente il Comune non si è costituito parte lesa neppure contro alcune persone attualmente rinviate a giudizio per avere, con falsa rappresentazione dell’elaborato grafico, ottenuto un permesso a costruire in sanatoria, mettendo in difficoltà l’amministrazione, tanto che l’allora dirigente del competente Ufficio urbanistica dovette in autotutela revocare il permesso a costruire in sanatoria.
Tale revoca ancora oggi solleva perplessità perché, non essendo sostenuta davanti al TAR da un legale del Comune di Ardea, venne vanificata proprio a seguito di ricorso al Tribunale Amministrativo del Lazio. Ma la vicenda andò avanti lo stesso grazie alla denuncia di una delle parti lese – nei prossimi mesi ci sarà il dibattimento – ma il Comune all’epoca preferì non costituirsi parte civile. Fatti questi che certamente verranno portati all’attenzione della Procura per capire con quali criteri il Comune decida o meno di costituirsi parte civile nei vari procedimenti. Più volte, infatti, si è verificato che – non avendo il Comune dato mandato ai suoi legali – sia stato condannato a pagare piccole e grandi somme con il denaro dei contribuenti, o che non abbia incassato cifre anche consistenti per mancanza di costituzione come parte lesa.
Luigi Centore