La maggioranza politica di Fiumicino, guidata dal sindaco Esterino Montino, è contraria all’ipotesi di un hotspot per i migranti. La questione nasce da un bando della Prefettura di Roma, che individua in una struttura nel Comune di Fiumicino un possibile centro di identificazione per 300 migranti.
Area inquinata e insicura: no all’hotspot
La contrarietà dell’amministrazione è legata a una serie di motivi. Prima di tutto, l’area individuata è sequestrata dal 2016 per la presenza di amianto. La proprietà ha effettuato una bonifica solo parziale, oltre ad avere un contenzioso tributario in corso col Comune. La maggioranza politica non può condividere l’idea di recludere i migranti in un’area priva di servizi e inquinata dall’amianto. Inoltre i migranti si troverebbero molto vicini ad una pista dell’aeroporto, in condizioni che non ne garantirebbero la sicurezza. Secondo l’amministrazione, il Comune di Fiumicino ha ben altri modi di gestire l’emergenza migranti, come dimostrato dalla presenza di un Centro di Accoglienza Straordinaria. La maggioranza e il sindaco di Fiumicino non possono dunque che dirsi contrari alla creazione dell’hotspot per circa 300 migranti.